La contrazione di un muscolo determina l’inibizione del suo antagonista.
Facciamo un esempio.
Sul gomito, per flettere l’avambraccio sul braccio contraendo il bicipite, per forza di cose si dovrà rilasciare il suo antagonista in questione, ovvero il tricipite.
Facciamo lo stesso ragionamento sull’articolazione dell’anca.
Vediamo che i muscoli glutei (in particolare la parte superficiale, quella più ambita esteticamente in palestra dalle signorine), sono diretti antagonista dei flessori dell’anca.
Questo complesso di muscoli fa flettere la coscia sul busto.
Per intenderci ti permettono di sollevare il ginocchio davanti a te.
Quando siamo seduti i muscoli anteriori (i flessori dell’anca) sono in uno stato di accorciamento.
Gli estensori invece (in primis i glutei) sono in uno stato di allungamento.
Se lo stare seduti è la postura prediletta per molte ore al giorno è molto probabile trovare muscoli flessori retratti e muscoli estensori allungati.
Questo scenario, purtroppo, comporta uno squilibrio sull’articolazione dell’anca.
I muscoli glutei risulteranno “frenati” poiché i flessori in avanti sono in uno stato di retrazione.
Quando in palestra vogliamo concentrarci sul lavoro “selettivo” dei glutei, in questo caso ci troviamo in condizioni svantaggiate.
I nostri poveri glutei sono frenati dai loro antagonisti che tirano l’anca dalla loro parte.
È un po’ come se giocassero al tiro alla fune.
Purtroppo però i flessori sono più “allenati” a tirare e saranno avvantaggiati.
Scoprendo tramite test specifici che i flessori dell’anca sono retratti, prima di allenare i glutei, dovremmo rilasciare le tensioni anteriori dei loro antagonisti .
Potrebbero volerci settimane, mesi ma alla fine molleranno…
Solo dopo potremmo essere sicuri di muovere l’anca liberamente.
Questo consentirà agli adorati glutei di attivarsi nella loro completezza.
In genere squilibri di questo genere possono accompagnarsi a quadri di lombalgia.
Inoltre è possibile associare un quadro del genere anche ad altri disagi:
pesantezza alle gambe, dolore addominale, pelvico o dolore articolare all’anca stessa.
L’osteopata, dopo una valutazione specifica, può scoprire la causa di questo squilibrio.
Si ricerca tra varie disfunzioni che possono presentarsi in vari distretti del corpo.
Specificamente sulle vertebre della bassa schiena, delle articolazioni sacro iliache, sull’anca stessa o su strutture viscerali della zona pelvica.
Tali disfunzioni possono creare quadri disfunzionali come sopra menzionati:
i muscoli flessori dell’anca si accorciano e i glutei si indeboliscono.
Le manipolazioni specifiche sui distretti disfunzionali, insieme ad esercizi funzionali dedicati possono essere estremamente utili.
Puntano a riequilibrare la giusta modalità di attivazione muscolare da parte dei glutei.
A prescindere dall’obiettivo.
Sia esso per una questione posturale e funzionale, di benessere articolare, che per un proficuo allenamento in chiave estetica.