Ci si chiede spesso quale sia lo sport più “completo”.
In realtà non esiste!
L’ideale sarebbe sviluppare, sollecitare e mantenere tutte le capacità funzionali del corpo: quelle coordinative e condizionali.
In esse rientrano la coordinazione, equilibrio, agilità, precisione, capacità cardiovascolare, resistenza, velocità, potenza, forza massima, mobilità.
Uno sport diviene “completo” quando riesce a sviluppare e mantenere allenate tutte queste capacità.
Spesso si elogia il nuoto come “sport completo” ma in realtà siamo ben lontani dal soddisfare la maggior parte delle suddette capacità.
Quello che dovrebbe, invece, richiamare l’attenzione di molti genitori (e anche di tanti preparatori atletici…) è l’integrazione dell’arrampicata nella vita quotidiana.
In qualsiasi individuo, dal recupero funzionale post riabilitativo al mantenimento dell’efficienza fisica nell’anziano, fino alla preparazione atletica.
Il concetto di base del movimento su schemi crociati crea stimolazioni molto importanti alla muscolatura profonda del tronco.
In sinergia con gli arti superiori e inferiori.
La coordinazione occhio-mano e occhio piede, sviluppa una maggiore capacità prensile sia del piede che della mano.
La continua tensione fisica allena la resistenza alla stabilità.
Sviluppo della simmetria funzionale dei due lati del corpo.
Grande percezione corporea (propriocezione).
Mobilità di tutte le grandi e piccole articolazioni.
Stimolazione combinata delle catene crociate aperte e chiuse.
Forza reattiva, potenza muscolare, forza massima, esplosività, velocità, importante impegno cardiovascolare.
L’arrampicata è un insieme di atti motori che racchiude un patrimonio genetico di milioni di anni di evoluzione.
I bambini li acquisiscono spontaneamente nei primi anni di vita e non dovrebbero mai perderli!
Da adulti, imparare o re-imparare ad arrampicarsi potrebbe offrire notevoli vantaggi.
Non esiste uno sport completo, ma con molta probabilità l’arrampicata è ciò che più si avvicina.
L’integrazione di sessioni di allenamento che prevedano l’arrampicata, anche partendo da “semplici” strutture che si trovano nei parchi giochi potrebbe essere un interessante inizio.
Col tempo si potrebbero riscoprire doti fisiche che non si credeva di avere.
Nel recupero funzionale della colonna vertebrale, o di altre parti del corpo, questi movimenti di arrampicata offrono una preziosa sfida ai muscolo stabilizzatori.
Strutture del tronco che, come risaputo, avvolgono la colonna vertebrale proteggendola.
Molti approcci di recupero funzionale sfruttano i principi del gattonamento, il cosiddetto crawiling.
In queste procedure il soggetto impara ad utilizzare le parti del corpo in modo crociato e sinergico.
Questo ristabilisce molti schemi di attivazione muscolare che si alterano nei soggetti con dolore o che hanno posture sbagliate.
Una volta apprese le giuste modalità di muoversi si potrebbe pensare di apprendere le giuste tecniche di arrampicata con un professionista esperto.
Insomma un’evoluzione che parte dalla ginnastica rieducativa, passando per i parchi giochi fino ad arrivare un vero e proprio uomo ragno…