Se aumenti la forza in un’articolazione ricordati di mantenerla mobile.
Se aumenti la mobilità in un’articolazione ricordati di mantenere la forza nei nuovi range di movimento acquisiti.
Una regola che dovrebbe valere in ogni sport, in ogni performance e nella funzionalità articolare in generale.
Tuttavia, spesso, ci si accanisce su una sola delle due trascurando l’altra.
Questo predispone ad uno squilibrio dell’articolazione che lavora in modo “disordinato”.
Se ad esempio si diventa forti solo nei movimenti di spinta orizzontale della spalla l’articolazione creerà una via “preferenziale”.
Facilitata nella spinta e meno nel movimento di trazione orizzontale.
Le strutture solitamente sollecitate in quella traiettoria sviluppano un accorciamento e quelli deputati alla trazione un allungamento e perdita di forza.
Il concetto di “equilibrio attivo”, in questo caso, prevede l’armonia dei muscoli di spinta con quelli di trazione sul piano orizzontale.
Lo stress sulla spalla sarà distribuito in modo omogeneo e non vi saranno usure da stress da sollecitazioni ripetute non bilanciate.
Per completezza anche gli altri movimenti devono andare in equilibrio tra loro-
La spinta verso l’alto con la trazione verso il basso.
La rotazione interna con quella esterna e così in tutte le articolazioni.
Se vi sono dei limiti articolari è inutile caricare a tutti i costi l’articolazione.
E’ un potenziale terreno favorevole a usura precoce, rischio di infortunio e mancanza di forza…
Infatti la limitazione di mobilità condiziona la forza di quell’articolazione.
I muscoli sono frenati e non riescono ad esprimere al meglio le loro potenzialità.
Tuttavia se si diventa “troppo” mobili senza essere forti anche in questo caso il rischio è alto…
Dunque bisogna ricercare sempre l’equilibrio articolare.
Forza, stabilità e la dovuta mobilità sono le basi di un movimento efficiente.
Minimo rischio articolare e massima resa muscolare.