Fino a che punto possiamo considerare una persona mobile se guardiamo solo “fin dove arriva il movimento”?
Il gioco dei compensi, spesso, riveste un ruolo fondamentale nel camuffare disfunzioni fisiche che potrebbero sfuggire ai meno esperti.
Eppure se ci si attrezza con una lente di ingrandimento mentale le cose appaiono tutte molto più chiare e le risoluzioni dei problemi divengono più alla portate di mano.
Cerchiamo di capire meglio con l’esempio di questi due soggetti che eseguono una flessione in avanti del busto.
Osservandoli qui nell’immagine sopra di primo impatto viene da considerare il soggetto a destra decisamente più mobile di quello a sinistra.
Wow riesce a toccare addirittura il pavimento con palmo delle mani!
Aspetta un attimo… Prendiamo la lente di ingrandimento.
Se guardi più attentamente ti accorgi che la bassa schiena resta “fissata” in estensione.
Complessivamente si presenta molto mobile ma si tratta di una “finta mobilità”.
È probabile che la sua capacità di piegarsi in avanti così tanto sia data in prestito dalla troppa elasticità dei muscoli ischiocrurali (quelli dietro la coscia).
In realtà il soggetto a destra sta compensando una forte limitazione della zona lombare credendo di avere un’eccellente mobilità globale.
D’altro canto la persona a sinistra, anche se globalmente appare meno mobile dell’altra presenta una buona armonia del movimento della colonna vertebrale in flessione senza “blocchi” evidenti.
Probabilmente presenta retrazione ai muscoli posteriori della coscia e delle caviglie che gli limitano di toccare a terra.
L’osservazione di un movimento è volto a mirare la “qualità” non solo alla quantità!
Il corpo deve sempre muoversi in armonia e in ogni sua singola parte.