Il buon vecchio stretching oggi viene visto, da alcuni “esperti”, come una pratica superata e noiosa.
Tuttavia la mobilità delle nostre articolazioni e la flessibilità dei muscoli sono un prerequisito fondamentale del movimento.
Insieme alla capacità di stabilizzare le articolazioni, rappresentano gli ingredienti fondamentali per il Movimento.
Lo stretching va adeguatamente “dosato” sul singolo individuo.
Perché va attentamente dosato?
Se un muscolo è troppo rigido non riesce ad allungarsi adeguatamente per accumulare energia elastica.
Il movimento sarà compromesso.
È vero anche il contrario…
Se un muscolo è troppo allungato può perdere la sua “capacità reattiva”. In sostanza può perdere la sua capacità di rispondere prontamente ad uno stimolo.
Questo è il motivo per il quale prima di una prestazione sportiva di esplosività non è sempre cosa buona “allungare troppo” i muscoli che saranno usati in quel gesto atletico.
Un atleta deve dosare i suoi lavori di mobilità con uno stretching più “dinamico” e attentamente monitorato con il suo coach.
Come al solito la moderazione e l’equilibrio sono alla base della postura e della piena funzionalità corporea. Ne troppo, ne troppo poco.
Il punto è che non tutti sono atleti di alta performance!
Gli utenti medi che si avvicinano al Fitness in media hanno bisogno di creare la giusta mobilità articolare.
All’occorrenza rilasciare tensioni muscolari prima e anche durante la sessione di fitness.
Il più delle volte sono soggetti sedentari che non hanno mai mosso un dito e sono “rigidi come corde di violino”.
In questi casi gli esercizi di stretching sono molto utili non solo per il sistema muscolo scheletrico.
L’allungamento muscolare, infatti, prima e durante la seduta di fitness può portare benefici anche per il sistema cardiovascolare.
In particolare sulla pressione del sangue.
Tutto sommato investire il tempo necessario allo stretching è un buon investimento.