Come ti nutri condiziona il tuo essere e la tua mente. Spesso puoi essere vittima dei “tre moschettieri oscuri”: sale, zucchero e grassi. Combinati insieme, in giuste dosi nel cibo industriale, ti fanno raggiungere quello che viene definito il “punto del piacere”, il Bliss Point.
Un piacere temporaneo ed illusorio che ti porta a cercare ancora e ancora quella gratificazione. Condizione che interferisce negativamente sulle tue emozioni. Spesso accade che in momenti di ozio, oppure quando si è un po’ giù di morale o semplicemente si è nervosi capita di cercare consolazioni fugaci e rapide.
Si apre un mobiletto e spunta un bel pacchetto di biscottini dalla confezione e dai colori invitanti. Il soave suono dell’apertura della confezione che si accompagna all’odore e alla fragranza del biscottino è una sorta di ipnosi. Un morso al biscotto ed il gioco è fatto…
Un biscottino tira l’altro ed è finito il pacchetto di biscotti, di patatine o di un qualsiasi snack industriale “appositamente studiato” per farsi cercare ancora.
Purtroppo molti, troppi, individui ne sono assolutamente dipendenti. Il solo pensiero del nostro biscotto preferito o del panino del fast food, patatine fritte o creme spalmabili ci attiva un meccanismo nel cervello che ci porta a salivare. Un’associazione pensiero-piacere che deve assolutamente concretizzarsi.
Riuscire a “limitare” certi cibi non è cosa facile, specie in chi non ha una ferma motivazione e controllo. Nei bambini questo fenomeno è ancora più marcato poiché si educa il palato fin da piccoli a sapori che non avranno uguali.
Vuoi mettere una confezione di biscotti “cioccolatosi” ripieni alla crema in confronto con una fetta di petto di pollo grigliato e insalata? La povera fetta di pollo sarà battuta 10 a 0! Purtroppo bisogna essere consapevoli che questi cibi industriali mescolano piacere e desiderio in un morso alla portata di mano ed il più delle volte portano a desiderarne sempre di più.
Come possiamo fare allora per non cadere nella “trappola” del Bliss Point?
Per prima cosa evitare di comprare quantità formato famiglia ma al limite una confezione unica che possa deliziare il palato al momento desiderato o del “bisogno”.
Essere consapevoli che questi prodotti sono un concentrato di zuccheri, grassi, sale e pochissime vitamine e minerali.
Questo dovrebbe responsabilizzarci sul fatto che tali prodotti non dovrebbero rappresentare un abitudine ma magari un “premio” per il fatto di aver seguito un’alimentazione sana, essere stati attivi fisicamente (allenamento, camminate lunghe, attività sportive, ecc). Questo in particolar modo nei bimbi piccoli.
Se si è soliti mangiare tanto cibo industriale si è così abituati che alla lunga non se ne assapora realmente il gusto “esagerato”. Anche il palato si è abituato al troppo sapore e significa che, forse, ne abbiamo mangiato davvero tanto…
Bisogna considerare che il nostro stomaco, intestino e tutto il sistema digerente in particolare può essere messo a dura prova dall’uso quotidiano e continuo di cibo industriale che spesso viene definito “cibo spazzatura” o cibo comodo.
Comodo, saporito, pratico ma di sicuro non sano. Dalla ritenzione idrica all’aumento della pressione sanguigna, dai livelli di colesterolo nel sangue al diabete, dall’accumulo di grasso corporeo alla letargie e stanchezza cronica.
La riscoperta di sapori naturali, non artefatti industrialmente, potrà avere effetti positivi sul nostro benessere. L’importanza della qualità alimentare nel mantenimento del benessere psicologico ottimale dovrebbe rappresentare la tua base solida quotidiana….
La salute è principalmente a tavola e dovresti essere consapevole del fatto che non devi farti tenere in pungo dal sapore. Una gratificazione che dura poco sul palato ma una “dannazione” che col tempo si deposita in un modo o nell’altro nel tuo corpo.
Fatti furbo. Non farti fregare. Se proprio devi farlo sii responsabile ed usa il buon senso. Specie con i bambini, insegnagli ad assaporare il cibo vero non industriale. Magari uno snack ogni tanto lo vive come un evento speciale e non come abitudine.
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