Dopo un periodo di riposo dal lavoro, quando inizia un nuovo anno, dopo le festività, si buttano giù i buoni propositi.
Mediamente dopo l’estate oppure dopo il periodo natalizio o quello pasquale si va incontro alla voglia di cambiare, di rimettersi in forma.
Vuoi su consiglio medico per esigenze funzionali, metaboliche oppure per desiderio di migliorare la propria forma fisica in generale, si sceglie di intraprendere un percorso fitness.
Molti utenti, il più delle volte, scelgono la strada più semplice, economica e pratica. Ascoltano il consiglio dell’amico o prendono alcuni spunti da internet.
I più audaci leggono qualche libro del settore non troppo tecnico oppure seguono video tutorial.
Tuttavia, per quanto il più delle volte siano consigli e indicazioni giuste e scientificamente corrette, non tengono conto dell’individualità della persona. Danno per scontato che ci siano tutti i presupposti per rispettare fedelmente il programma consigliato quando, purtroppo, il più delle volte non è affatto così.
I risultati, quasi sempre, sono deludenti e dopo qualche settimana tardano ad arrivare o non arrivano affatto. Molte volte addirittura si peggiora.
Escono fuori dolorini, che prima non c’erano. Fa male un po’ il ginocchio, la spalla da fastidio o la bassa schiena è appesantita. Si avvertono disagi per diete fai da te fino a creare scompensi metabolici nei casi più gravi. Questo succede molto più spesso di quanto si pensi.
Cosa bisognerebbe fare, allora, per programmare un percorso Fitness di qualità in piena sicurezza e funzionalità?
Vediamo alcuni punti che l’utente dovrebbe avere bene chiari.
- Idoneità medica alla pratica dell’attività fisica. Forse il punto più trascurato in assoluto dalla maggioranza delle persone che iniziano un percorso di attività fisica. La visita medica specialistica dovrebbe dare il nulla osta all’allenamento. Qualora così non fosse il tecnico di riferimento, che prende il carico un utente non idoneo, si assume una responsabilità importante perché i rischi che ne possono derivare sono tanti. Quindi è importantissimo assicurarsi che si possa “sopportare” un allenamento fisico adeguato alle capacità generali della persona. Non ti sei mai sottoposto ad una una visita medica specialistica? Ti consiglio caldamente di farlo prima di iniziare un programma di allenamento.
- Valutazione della composizione corporea. Occorre per capire la tipologia del corpo, la funzionalità e lo stato di nutrizione della persona. Allenarsi 2 volte a settimana oppure 3 volte non è una piccolissima differenza. Alcuni soggetti possono gestire tranquillamente 3-5 allenamenti a settimana senza problemi e diventano forti e robusti, magri ed in forma. Altri, invece, possono subire un grande stress generale passando da 2 a 3 allenamenti settimanali. Inficiare il recupero, il sonno, l’energia giornaliera solamente aggiungendo 1 solo allenamento in più. Valutare la composizione corporea permette di comprendere la “tipologia” di allenamento e alimentazione. Non tutti possono seguire programmi tipici del bodybuilding o della modella Bikini in voga sui social. Ne tanto meno seguire volumi di allenamento come un sollevatori di peso agonista. Attraverso lo studio dell’antropometria, della plicometria e della bioimpedenziometria si può ricostruire lo stato di forma della persona e capire come comportarsi di conseguenza. Anche la scelta dell’allenamento mattutino, pomeridiano o serale non è arbitrario e va consigliato su base individuale. Il numero e la quantità di esercizi, delle ripetizioni, il tempo di recupero tra le varie serie ed il cardiotraining vanno programmate solo dopo aver studiato la composizione corporea. Eseguire un esercizio di squat in 3 serie da 10 ripetizioni con 1 minuto di recupero è cosa ben diversa dall’eseguire 3 serie di squat di 5 ripetizioni con 3 minuti di recupero. Programmi simili, nell’esercizio, ma profondamente differenti nell’obiettivo. Un donna con le gambe gonfie e pesanti non può seguire lo stesso programma di una donna con gambe “toniche” e definite. I jump squat possono esaltare le cosce di alcune donne ma possono anche farle gonfiare in altre… Ogni soggetto necessita di uno o dell’altro a seconda di come è fatto.
- L’alimentazione costruita su misura. Non basta solo contare la quantità il cibo che mangiamo per tornare in forma. È importante valutarne la qualità, i tempi, la tipologia e la ripartizione. I consigli generici possono andare bene per “dare una regolata” iniziale o per chi ha già una buona forma fisica. Altre tipologie di persone hanno necessità di capire quanto e, soprattutto, come mangiare. Sempre in base allo studio della composizione corporea e del consumo energetico giornaliero si stabilisce di quanto cibo si ha bisogno. Il quantitativo di proteine, di grassi e carboidrati durante la giornata. Il momento della giornata in base alla spesa energetica e a gli impegni giornalieri. Alcuni soggetti, poi, sono sensibili ad alcune tipologie di alimenti e lo specialista stabilisce quali cibi mangiare liberamente, quali con moderazione e quali da evitare. Colon irritabile, gastrite, reflusso, problemi metabolici, sono tutti di stretta competenza medica e consigli generici potrebbero non essere validi per specifiche tipologie di persone. Farmaci che si assumono, terapie che si stanno seguendo o patologie varie devono essere seguite in ambito specialistico.
- Valutazione della funzionalità articolare. Ha come obiettivo quello di individuare quali sono i limiti nei movimenti che possono creare ostacoli e rischi durante gli esercizi. Bisogna valutare, quanto meno, i principali movimenti che una persona è in grado di compiere. Tra questi rientrano le accosciate (squatting), i movimenti a cerniera dell’anca (hip-hinge), movimenti a forbice degli arti inferiori in affondi (lunge), movimenti di spinte (push) e tirate (pull) degli arti superiori. Importante capire il controllo delle rotazioni della colonna vertebrale e la capacità di tenuta (stabilità) dell’intero corpo. La scelta degli esercizi non è arbitraria e non cambia per “noia” o perché c’è un “nuovo” esercizio ma perché il corpo può compiere o meno un dato movimento. Se ad esempio una persona volesse eseguire uno squat con il bilanciere ma non godesse di buona mobilità delle spalle, della colonna dorsale (in mezzo alle scapole) dovrebbe scegliere un’altra forma di accosciata con il sovraccarico. Magari un carico anteriore rispetto ad uno posteriore potrebbe essere una valida scelta iniziale… Nel frattempo lavorerebbe con esercizi di gestione “correttivi” che avranno funzione di ripristino della piena funzionalità di quelle parti deficitarie. Questo fino a quando non sarà pronta ad eseguire, finalmente, il suo squat con il bilanciere sulle spalle. Gli esercizi devono adattarsi alla persona e non il contrario.
Un percorso fitness ha una fase di valutazione, di messa in pratica e di rivalutazione. Si stabilisce l’obiettivo da raggiungere che deve essere misurabile e quantificabile.
Il professionista di riferimento raccoglie tutti i dati e valuta se e in quanto tempo è possibile raggiungere un obiettivo.
Rimettere in forma un giovane donna di 25 anni con un passato da atleta è cosa ben diversa dal programmare un percorso ad una signora di 50 anni che ha trascorso la vita ad una scrivania.
Bisogna essere realisti ed obiettivi. Non farsi abbindolare da “venditori” di turno che promettono risultati assurdi e surreali.
Il termine Fitness indica qualcosa di adatto o per meglio dire “adattato” all’utente. Per capire se qualcosa è adatto a noi bisogna misurarlo prima sulle nostre capacità e la nostra struttura. In tal modo si può definire ciò che più si addice alle nostre potenzialità. Rispettando limiti ed esigenze individuali.
Se un programma fitness viene impostato senza considerare l’individualità dell’idoneità fisica, della composizione corporea, nutrizione su misura e funzionalità dei movimenti state ben sicuri che non si tratta di Fitness…
Il Fitness è Scienza!
La salute non è una moda e sottovalutare l’esercizio fisico, la nutrizione e lo stile di vita potrebbe comportare dei seri danni.
Un programma Fitness di qualità non si improvvisa.
Così come per scegliere un abito su misura per te hai bisogno di un sarto che ti cucia addosso la stoffa più idonea allo stesso modo un professionista deve essere in grado di cucirti il programma su misura per te.